Enzo Cacciola, membro storico della pittura analitica, si è sempre mosso sul crinale tra segno e ma- teria, cercando la via di un’arte concettuale che però non rinunciasse al dato pittorico né parados- salmente a quello materico.

Marica Fasoli abita invece quel territorio complesso tra astrazione e iperrealismo, venendo a definire un campo di azione nuovo in cui la materia si assoggetta al segno e il segno al colore.

Federico Ferrarini, al contrario, innesta sul dato propriamente materico una componente di forte spiritualità che gli consente una fuoriuscita dal minimalismo e un’apertura verso il simbolismo.

Alfredo Rapetti Mogol, infine, si concentra sul segno che diventa testo, o per essere ancora più precisi sul testo che ritorna a essere segno: il pretesto assorbe il contesto e dunque il testo in una dimensione tra minimalismo e arte concettuale, ma intrisa di forte lirismo.